La Sicilia enologica è oggi considerata un vero e proprio continente, grazie alla variabilità pedoclimatica e alla ricca biodiversità. Si trova al centro del Mediterraneo e della cosiddetta “fascia del sole” settentrionale. Con espressione si definiscono le zone comprese tra il 30° e il 50° grado di latitudine nord ed il 30° e 40° grado di latitudine sud; in queste fasce si riscontrano le migliori condizioni di luminosità e di temperatura per la coltivazione della vite. Qui, infatti, pur con le loro differenze, si trovano le viticolture più importanti al mondo: nella fascia nord quella americana ed europea, nella fascia sud quella sud-americana, sud-africana ed australiana.
La produzione vinicola siciliana è rivolta alla creazione di vini di qualità provenienti in particolare dai grandi vitigni autoctoni, come Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese dell’Etna, Inzolia, Grillo, Grecanico. Questo approccio si esprime anche nella maggiore attenzione alle tecniche di coltura e al mantenimento dell’equilibrio vegeto-produttivo della pianta, cruciale per garantire la qualità di un vino.
Un contributo al successo ed alla modernizzazione della produzione vinicola è stato apportato anche dalla reintroduzione in Sicilia di alcuni vitigni di importanza internazionale, presenti già dalla fine del‘700, come i Cabernets, il Merlot, il Syrah, lo Chardonnay, i Pinots.
La valorizzazione delle produzioni fortemente legate al luogo d’origine, come i vitigni autoctoni, è testimoniata sopratutto dalla crescita delle produzioni delle IGT che delle DOC. Il panorama varietale In Sicilia infatti è oggi rappresentato per l’80% da cultivars autoctone e per il 20% da varietà internazionali. Le varietà coltivate sono per il 64% bianche e per il 36% rosse.
La Sicilia enologica è un vero e proprio continente per la sua variabilità pedoclimatica e la ricca biodiversità. Le uve si coltivano dalle zone costiere dove il clima, spesso torrido viene mitigato dalle brezze marine, alle zone montane, oltre i 1.100 metri s.l.m., per esempio sull’Etna dove il clima si caratterizza per i consistenti sbalzi termici. I terreni, inoltre, rappresentano un’altra variabile di fondamentale importanza. E’ a tutti noto che il suolo ed il sottosuolo determinano l’originalità e la tipicità del vino, tanto è vero che i vini più famosi del mondo hanno origine pedologica ben definita; la vite è l’unica pianta che con il suo frutto sa esprimere il vero sapore della terra. Sono riscontrabili diverse associazioni di suoli che caratterizzano e tipicizzano le diverse aree di produzione, come i suoli di origine vulcanica, i suoli rossi mediterranei, i suoli calcarei e quelli a prevalente matrice argillosa.
Nell'area centro-occidentale è allocata l’85% della produzione e comprende le province di Trapani, Palermo, Agrigento ed in parte la provincia di Caltanissetta. In questa macroarea la vite si coltiva dalle zone costiere fino ai a 700 metri di altitudine nelle zone più interne e vi si riscontrano quasi tutte le tipologie di suoli dell’Isola. I vitigni più diffusi sono: Nero d’Avola, Nerello mascalese, Perricone, Nerello cappuccio, Merlot, Syrah, Cabernet sauvignon, Catarratto, Inzolia, Grecanico, Grillo, Chardonnay.
L' area sud-orientale comprende la parte meridionale delle province di Caltanissetta e Catania e per intero le province di Ragusa e Siracusa. Si rinvengono diverse associazioni di suoli, ma si caratterizza per la prevalenza delle terre rosse mediterranee, soprattutto nella zona di produzione della DOCG Cerasuolo di Vittoria, e per i suoli bianchi a prevalente matrice calcarea nell’area delle DOC Eloro, di Noto e del Moscato di Siracusa.
L' area nord-orientale comprendente la provincia di Messina e la parte nord settentrionale della provincia di Catania, caratterizzata dalla viticoltura etnea, che per le sue peculiarità può essere definita un’isola nell’isola. La composizione dei suoli vulcanici infatti conferisce ai vini una particolare e gradevole sensazione di mineralità, contribuendo, specialmente nei bianchi, a migliorarne la longevità. I vitigni autoctoni più diffusi sono il Nerello mascalese ed il Carricante, fra gli internazionali si coltivano il Merlot ed il Syrah.
L' area delle isole minori, Pantelleria e Isole Eolie, è caratterizzata da una pedogenesi vulcanica. Pantelleria (TP) è la “patria” dello Zibibbo e i vigneti sono ubicati dal livello del mare fino a oltre 500 metri di altitudine. Nell’arcipelago eoliano la vite è coltivata soprattutto nelle isole di Salina, Lipari e Vulcano. Fra le varietà coltivate la più diffusa è la Malvasia di Lipari, allevata tradizionalmente a pergola bassa, ma che oggi viene sempre più spesso sostituita dal sistema di allevamento a controspalliera.